Una terra dove Oriente e Occidente si sono incontrati e scontrati, lasciando preziose testimonianze di stili, architetture, decorazioni, culture; etruschi, greci, arabi, siculi, normanni, francesi, spagnoli, che si sono contesi queste terre, si ritrovano, confusi, mischiati, nei dettagli di chiostri e campanili, nelle case cubiche tinte di bianco, nei vicoli pulsanti di vita marinara e di anima montanara.
La storia di Pimonte parte dalle sue origini romane: è noto che era la selva sovrastante l’importante città di Stabiae, porto del quale abbiamo le magnifiche ville visitabili nel centro abitato di Castellammare di Stabia, rifornendola di legname per la costruzione di navi, vino, olio e frutta e di acque minerali utili a durare in lunghe navigazioni perché oligominerali.
La prima enogastronomia dei Monti Lattari certamente di epoca romana, da cui il nome (latte).Con la caduta di Roma, profughi fuggitivi dal villaggio marittimo lucano di Melfi, abbandonato nel IV sec. d. C. per scampare alle invasioni germaniche e longobarde, fondarono Amalfi ed i suoi dintorni sui Monti Lattari attorno al VI secolo. Divenne poi un castrum per la difesa del Ducato Bizantino di Napoli, in quanto godeva di un rapporto privilegiato con Bisanzio per l’abilità degli Amalfitani nel commercio marittimo, ed infine la repubblica marinara che conosciamo. I Cavalieri di Amalfi (poi di Malta) ne perdurano la memoria.
Dal medioevo abbiamo ricostruzioni certe di una fortificazione a Pimonte, il Castrum di Pimonte, che formava una linea di difesa a Nord, verso il golfo di Napoli insieme ai castelli di Lettere, Gragnano. Di particolare importanza era il Castello di Pino, a quale possiamo salire attraverso il Sentiero dei Cavalieri di Amalfi e possiamo ancora oggi visitare.
Tra il VI ed il IX secolo, la linea difeniva servì a difendere Amalfi dagli attacchi dei Longobardi, ma nulla poté nel secolo XII contro i Normanni: la difficile conquista normanna del Ducato di Amalfi terminò il 1173.